Tempo Imperfetto (Italian Edition) by Laura Pellegrini

Tempo Imperfetto (Italian Edition) by Laura Pellegrini

autore:Laura Pellegrini [Pellegrini, Laura]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2014-09-07T22:00:00+00:00


Cap. 18

“Se c’è un cosa che non sopporto di questo posto è il clima. Possibile piova sempre!”

“Un po' di pioggia non ha mai fatto male a nessuno.”

“Ora si bagneranno anche le scarpe. Accidenti!”

“Smettila di lamentarti sempre…”

“Non mi sto lamentando. Sono furiosa! Ma perché ho accettato di accompagnarti!”

“Perché a New York ti annoiavi da morire.”

“Non mi annoiavo affatto! Ho lasciato un clima meraviglioso per ritrovarmi tutta zuppa ed infreddolita qui, in una limousine, con te! Da non crederci! Se non mi avessi quasi minacciata non sarei mai venuta!”

Lui rise.

“Non ti ho minacciata Margareth, hanno esplicitamente richiesto la tua presenza, e sai che non tollero fare brutte figure.”

“Te lo ha mai detto nessuno che sei intrattabile, David?”

Sì, qualcuno glielo aveva detto, un qualcuno che non vedeva e non sentiva da oltre due settimane.

Guardò fuori dal finestrino. La pioggia cadeva lenta formando dei piccoli rivoli sul vetro. Seguì il lento scivolare di una goccia e le immagini della mattina sul pianerottolo di casa di Flavia gli tornarono alla mente, come la pelle chiara di lei ed il suo profumo. Gli mancava, anche se non aveva mai avuto il coraggio di chiamarla. Una volta andato via dal suo appartamento a Trastevere, aveva capito che quella era l’unica soluzione per troncare quel rapporto. Così si era imposto silenzio assoluto, anche se nel profondo, più volte aveva sperato che lei lo chiamasse. Non era mai accaduto. Era sicuro stesse bene. La immaginava allegra e spensierata, in compagnia di Marco o di qualche altro uomo, e vivere la vita serenamente. Se da una parte ne era contento dall’altra, ogni qualvolta ci pensava, un senso di inquietudine e di disagio lo pervadeva, come in quel momento.

L’auto si fermò al semaforo. Le strade erano piene di gente nonostante il mal tempo. I turisti si accalcavano sui marciapiedi, cercando riparo sotto gli ombrelli o le tende dei negozi. Stava diluviando.

Nel gruppo scomposto alla ricerca disperata di un riparo, gli occhi gli caddero su una ragazza. Era di spalle ed aspettava sotto la pioggia che il semaforo pedonale scattasse. Aveva i capelli bagnati che le arrivavano a metà schiena. Indossava un paio di jeans, una maglietta a maniche corte ed un paio di All Star ai piedi, con la stampa della bandiera inglese. Sentì improvvisamente un tonfo al cuore. Abbassò il finestrino sporgendosi all’esterno mentre la pioggia battente gli bagnò i capelli, cadendo dentro l’abitacolo. Ebbe l’impulso di chiamarla, di gridare il suo nome, ma l’auto ripartì. Per un attimo fugace, riuscì a vederla in viso. Non era lei. Rientrò nell’abitacolo richiudendo il vetro, sentendosi uno stupido per quel gesto.

“David che ti è saltato in mente?” chiese Magareth.

“Nulla, credevo di aver visto qualcuno di mia conoscenza.”

“Era chi pensavi fosse?”

“No” rispose secco.

Si chiese come poteva essergli passato per la mente che quella ragazza potesse essere lei.

Si aggiustò i capelli inumiditi dalla pioggia, sospirò e guardò l’orologio al polso, come per ricomporsi. Non poteva permettersi altre cadute di stile, non quel giorno. Sistemò il polsino destro della camicia assicurandosi che i gemelli fossero ancora al loro posto, facendo la stessa cosa dall’altra parte.



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